sabato 25 febbraio 2017

Unlucky Strike

Il titolo di questo articolo è copiato dal titolo di un articolo di spalla dello Spiegel del 4 febbraio scorso.
E chi di voi leggendolo ha pensato alle sigarette Lucky Strike, ebbene... ha pensato giusto.

Di cosa tratta l'articolo in questione? Dell'ennesima puntata della caccia alle streghe contro i fumatori.
Va bene le frasi shock sui pacchetti di sigarette, va bene le immagini shock sugli stessi... ma ora la Francia impone di cambiare nome ai marchi e sottomarchi di sigarette: troppo invitanti, troppo appetitosi secondo il Ministero della Salute francese.
Dovranno essere sostituiti con nomi non invitanti, non appetitosi. Se basteranno nomi neutri o dovranno essere nomi nauseanti, nell'articolo non è specificato.

Credete che porterà risultati? Illusi.
E anche se ne portasse, da non fumatore la trovo una cazzata da manuale (in questo articolo scrissi già sette anni fa cosa penso di questa caccia alle streghe).

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Dato che sul sito dello Spiegel l'articolo è a pagamento (potete leggerne titolo e inizio e basta), ve lo riporto qui:

lunedì 20 febbraio 2017

Certo che...

...Trump sembra conoscere fin troppo bene Benedetto Croce.

Saluti,

Mauro.

venerdì 17 febbraio 2017

E se ci stesse trollando tutti?

Da quando Trump è in carica i cosiddetti democratici e liberali stanno sbroccando di brutto e i cosiddetti populisti e conservatori stanno avendo orgasmi a ripetizione.

E ogni volta che Trump parla... fornisce carburante a entrambi gli schieramenti.

Appunto... quando parla. Perché quanto a fatti per ora nella sostanza ben poco è cambiato rispetto ai suoi predecessori.

E se Trump semplicemente ci stesse trollando tutti alla grande?

Saluti,

Mauro.

Dettagli dall'Oberpfalz 3 - Brigate Rosse ad Auerbach


Ma a quanto pare avevano finito l'inchiostro rosso.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i dettagli dall'Oberpfalz.

giovedì 16 febbraio 2017

Scandali che non lo sono (Trump e la figlia)

In Germania è scoppiato uno scandalo. O meglio si scimmiotta uno scandalo presentato come tale da certa stampa anglosassone.

La figlia di Trump si è seduta sulla sedia presidenziale durante la visita ufficiale a Washington del primo ministro canadese Justin Trudeau (qui potete leggere quello che Trudeau comunque diventerà a fine 2017).

BildBlog ci presenta qui (spacciando genialmente il testo come scritto da Ivanka Trump stessa, in maniera però che solo gli utonti possano credere che ne sia veramente l'autrice) in maniera ironica lo scandalo che non c'è.

Del resto...
Punto primo: si sa che la figlia di Trump è anche sua consigliera (ufficiale o meno non conta).
Punto secondo: durante gli incontri di Stato è normale che vengano fatte foto informali (o meglio: foto spacciabili per tali).
Punto terzo: una donna insieme a due degli uomini più potenti del mondo (entrambi membri del G7, tanto per capirsi)... lasciarle la posizione principale mi pare solo cavalleria da parte dei due (se le femministe trovano qualcosa da ridire mi incazzo veramente... quindi che ci pensino non due ma due milioni di volte prima di intervenire).

Ergo: dove sta lo scandalo?

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Potrei anche aggiungere: credete che sia la prima figlia/il primo figlio di presidente che si siede su quella poltrona? E credete che io e voi che mi leggete non lo avremmo fatto se nostro padre avesse avuto quella carica?

domenica 12 febbraio 2017

La Germania ha un nuovo presidente

Sul vecchio presidente (Gauck) e sul nuovo (Steinmeier) ognuno può - giustamente - avere la propria personale opinione.
Ma una cosa è sicura: finalmente la Germania ha di nuovo un presidente vero, con delle idee proprie e concrete (condivisibili o meno non è qui importante), e non semplicemente uno che vuole accontentare tutti, senza avere idee personali da presentare.

Peccato solo che il presidente tedesco abbia ben poco potere. Anche meno del presidente italiano. Molto meno.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Fino al 18 marzo 2017 comunque Gauck può purtroppo ancora fare danni, visto quella è la data ufficiale dell'insediamento del nuovo presidente.

P.S.2:
Il più grosso problema di Gauck è che antepone il politicamente corretto al corretto.

venerdì 10 febbraio 2017

Attori e presidenti

Siamo sinceri...

L'unico attore che sia mai diventato presidente degli USA è stato Ronald Reagan.
Però il miglior attore che sia mai diventato presidente degli USA è stato Barack Obama.

Ma se Donald Trump continua così... rischia di mettere in ombra entrambi... e alla grande! ;-)

Saluti,

Mauro.

giovedì 9 febbraio 2017

L'inutilità e la stupidità di "firmare" in rete

Dopo il convegno alla Camera, la Boldrini ha lanciato sul web l'iniziativa Basta Bufale.

Cos'è quest'iniziativa? Sostanzialmente un appello, in cui si chiede agli utenti del web di firmare contro la diffusione delle bufale.
Ergo una stupidata inutile, visto che appelli e petizioni online non hanno nessun valore, come vi spiegai già in questo articolo parlando della piattaforma Change.org.
Di quel testo vorrei riprendere qui un paragrafo:

Cos'è "Change.org"? Un portale dove organizzare petizioni online sui più disparati argomenti. Vorrei far notare una cosa molto importante: di fatto petizioni senza nessun valore, visto che sia gli organizzatori che i firmatari restano anonimi (sì, devi mettere nome e cognome... ma nessun elemento identificativo che possa sostituire o integrare una firma autografa, come indirizzo completo o numero di un documento e senza questi quel nome e cognome valgono zero... quindi un bel luogo dove sentirsi a posto con la coscienza e nulla più).
Del resto, chiedetevi perché ogni paese (almeno in Europa) pretende per le iniziative popolari legali raccolte di firme autografe e non via internet?
Se ve lo devo spiegare, siamo proprio messi male, ragazzi miei... siamo messi al livello - se non peggio - dei frequentatori della piattaforma Rousseau.
E non è per niente un complimento, credetemi.

Credete veramente che queste "firme" su appelli, petizioni, ecc. online significhino qualcosa? Che anche il solo loro numero significhi qualcosa?
Suvvia... siamo seri.

Del resto... non per niente... persino Pepito Sbazzeguti ha firmato l'appello della Boldrini:


Saluti,

Mauro.

P.S.:
Per sapere chi è Pepito Sbazzeguti, basta andare sul blog di Mattia Butta.

martedì 7 febbraio 2017

L'errore dei "moderati"

Che siano di destra, di sinistra o di centro, i "moderati" continuano a stupirsi del fatto che Trump vinca negli USA, che la May governi nel Regno Unito e che Petry, Grillo e Le Pen abbiano successo in Germania, Italia e Francia.

Io mi stupisco dello stupore.

Il problema è che i cosidetti "moderati" non propongono nulla per. Si limitano a parlare contro: non è la loro proposta a dover essere votata, è il nemico a dover essere bloccato.

Se però vuoi vincere, devi fare proposte concrete per qualcosa, non essere solo contro.
Il dire "se X vince siamo nella merda" funziona solo con chi ti vota a priori. Con gli altri no. Con gli altri, se vuoi conquistarli, devi offrire qualcosa.

L'essere solo contro rafforza il senso di appartenenza di questi "altri" e indebolisce te.

(In Italia ne sappiamo qualcosa: se l'Ulivo fosse stato per qualcosa e non solo contro Berlusconi, la nostra storia recente sarebbe stata ben diversa).

Saluti,

Mauro.

sabato 4 febbraio 2017

Troppe cose di cui parlare

Come da titolo... troppe cose di cui parlare, le idee sono tante, ma si accavallano e si "combattono" a vicenda.

Va beh, vedrò cosa posso fare per voi ;-)

Saluti,

Mauro.

mercoledì 1 febbraio 2017

Il decreto di Washington

Trump negli Stati Uniti è partito col botto.
Muri, blocchi per interi paesi, ecc.
Coerente con la sua campagna elettorale.

Ma anche legittimo, legale?
Probabilmente sì: ricordatevi che Trump è sottomesso solo alle leggi degli Stati Uniti e ai trattati internazionali che gli Stati Uniti hanno già ratificato.
Di tutto il resto (fino a che il Congresso glielo concede) può fregarsene (indipendentemente da come noi possiamo valutare la cosa eticamente e moralmente).

Ma quanto sta succedendo a Washington a me ha ricordato qualcosa.

Per la precisione un romanzo letto un paio di anni fa. Un romanzo di un autore danese, Jussi Adler-Olsen, di cui avevo già parlato qui per un romanzo che continuo a considerare un capolavoro.
Il romanzo a cui però mi riferisco oggi è un romanzo più recente. Tutto sommato - a mio personale parere - di valore letterario inferiore a quello di cui parlai allora, ma molto interessante e - dopo gli ultimi avvenimenti negli USA - inquietante.
Il romanzo in questione (guarda caso mai pubblicato in Italia, come anche quello di cui già parlai, mentre i gialli di Adler-Olsen, non memorabili, sono disponibili in versione italiana) si intitola in originale danese "Washington Dekretet", nella versione tedesca da me letta invece "Das Washington Dekret".
La traduzione letterale in italiano sarebbe, appunto, "Il decreto di Washington".

Il romanzo (del 2006, quindi scritto ancora in era George W. Bush) parla di un neo eletto presidente USA che a forza di decreti (o meglio executive orders) rende gli USA sempre più autoritari e liberticidi.
Le somiglianze tra l'inizio di quel presidente fittizio (che poi si scoprirà essere manipolato da uno strettissimo collaboratore) e l'inizio di Trump sono incredibili.
Speriamo ciò riguardi solo gli inizi e non il prosieguo.

Se qualcuno volesse leggere il romanzo, come detto non esiste la versione italiana.
Quella tedesca che ho letto io è stata pubblicata da dtv nel 2013. L'originale danese è stato pubblicato da Aschehoug Dansk Forlag nel 2006.
Purtroppo a quanto mi risulta non è stato tradotto neanche in inglese. Ma forse sapevano che avrebbe potuto essere profetico e si sono spaventati.

Saluti,

Mauro.