venerdì 24 luglio 2015

Offerte imperdibili

Girando per la città e stando attenti ai cartelli sulle vetrine degli esercizi commerciali si scoprono delle chicche... come in questa lavanderia:


Guardiamo la freccia rossa.
Il cartello dice: "Solo per questa settimana - Pantaloni  € 4,70 € 3,90"

Più piccolo, a destra, c'è un altro cartello, indicato dalla freccia blu. Ingrandiamolo:


Cosa c'è scritto?
"Facciamo vacanze da Lunedì 20.07.15 a Sabato 25.07.15"... cioè proprio questa settimana.

Proprio un'offerta imperdibile quella dei pantaloni a 3,90 € questa settimana ;-)

Saluti,

Mauro.

martedì 21 luglio 2015

Unioni civili: mi devo ripetere

Negli ultimi tempi si è riparlato molto della legge sulle unioni civili in discussione al Parlamento (soprattutto il Fatto Quotidiano e il Post ne hanno parlato, ma non solo loro, anzi).

Ora... le unioni civili, detto chiaro e tondo, sono un modo di ottenere diritti aggirando i doveri.
Lo chiarii esplicitamente più di otto anni fa, nel 2007, ai tempi dei PACS e dei DICO, in un articolo che vi ripropongo ora. Sostituite PACS/DICO con Unioni Civili e tutto il resto vale ancora al 100%:

Ormai è mesi che si discute su questi PACS, DICO o come diavolo li vogliamo chiamare.
Sono sincero: mi hanno stufato entrambe le parti. Perché? Molto semplice, perché hanno entrambe torto, entrambe stanno prendendo in giro i cittadini (e non solo quelli direttamente interessati alla cosa).

Al Vaticano e ai nemici dei DICO (o meglio: ai lecchini di Benedetto) della famiglia non gliene frega nulla, gli interessa mantenere il potere che di fatto hanno sull'Italia (del resto basta vedere le famiglie dei vari Casini, Berlusconi & Co. come sono composte...).
Del resto come fanno questi nuovi patti a distruggere la famiglia? Nella proposta di legge c'è per caso scritto che il matrimonio religioso d'ora in poi sarà vietato? O che le famiglie, comprese quelle già esistenti, dovranno diventare "strane"? Non me n'ero accorto... dovrò rileggere meglio...

Ai sostenitori dei PACS/DICO per coppie di conviventi eterosessuali invece è sfuggito un piccolo dettaglio: il contratto che loro chiedono a gran voce esiste già da secoli. Si chiama "matrimonio civile". Il piccolo problema è che - giustamente - il matrimonio civile oltre a fornirti diritti, ti impone anche doveri.
Ma forse è proprio questo il problema: non si è abituati alla parola "doveri", si ritiene che la vita sia solo "diritti".

Parliamoci chiaro: il problema non riguarda ne' la famiglia classica (nessun DICO o PACS al mondo la metterà in pericolo, mentre detta famiglia corre molti rischi per le fisime e l'arretratezza di Benedetto e di quelli che si attaccano alle sue sottane), ne' le coppie eterosessuali non sposate (se vogliono i diritti cui tanto agognano c'è il matrimonio civile, se però ne rifiutano i doveri rimangano conviventi e non rompano).
Il problema riguarda le coppie omosessuali, a cui di fatto vengono negati diritti civili.

Come si risolve il problema? A mio parere è molto semplice.
Un paese indipendente dal Vaticano estenderebbe il matrimonio civile alle coppie omosessuali. Un paese che vuole fare qualcosa per questi suoi cittadini, ma ha troppa paura del Vaticano, farebbe sì i PACS/DICO, ma solo per le coppie omosessuali.

Io vorrei che l'Italia fosse indipendente dal Vaticano...

Saluti,

Mauro.

domenica 19 luglio 2015

L'assurdità della Grexit a tempo

Nei giorni scorsi tutti hanno parlato della proposta di Schäuble di far uscire temporaneamente la Grecia dall'Euro.
Proposta assurda, basta un minimo di buon senso (non serve neanche intelligenza) per capirlo.

La proposta sembrava definitivamente messa da parte dopo il nuovo accordo appena raggiunto.
Ma... oggi in radio (radio tedesca, la Deutschlandfunk) hanno detto che Schäuble continua a ritenerla la cosa migliore.

Schäuble può insistere quanto vuole, la proposta rimane assurda.
Perché assurda? Perché un'uscita a tempo (soprattutto per un paese nelle condizioni della Grecia) semplicemente non può esistere.

Infatti, se uscendo dall'Euro la Grecia si dovesse riprendere e costruire una crescita economica abbastanza stabile, allora sarà la Grecia (e soprattutto i greci) a non voler rientrare nell'Euro. Non le converrebbe per niente rientrare.

Altrettanto infatti, se uscendo dall'Euro la Grecia dovesse andare ancora peggio o anche solo rimanere nella situazione attuale, allora non rispetterebbe i parametri per rientrare nell'Euro. Ergo non potrebbe rientrare.

Detto terra terra: o fuori o dentro. Definitivamente.
A tempo ci sono solo i neuroni di chi fa certe proposte.

Saluti,

Mauro.

sabato 18 luglio 2015

Non paragonate Schäuble (o Merkel) ai nazisti

I nazisti, per quanto criminali, almeno avevano un piano, una meta.

Saluti,

Mauro.

giovedì 16 luglio 2015

Tempo stabile

Colonia. Cielo. Panorama da casa mia.

L'altro ieri:


Oggi:


Saluti,

Mauro.

martedì 14 luglio 2015

La morale della favola greca

Quando sei debole e ti ribelli, paghi doppio.

E sei hai un primo ministro che non ha un piano B... anche triplo.
Quando sei poco furbo, infatti, conta poco aver ragione o torto.

Saluti,

Mauro.

sabato 11 luglio 2015

Bosnia-Erzegovina: genocidi e veti

Sono vent'anni dal massacro di Srebenica, più di 8000 morti bosgnacchi (i musulmani bosniaci) per mano dei serbi di Bosnia (con l'aiuto dei serbi di Serbia, per essere sinceri).
Sotto gli occhi indifferenti delle truppe ONU olandesi.

Ma non voglio parlarvi del massacro. Ormai ne avete letto in tutte le salse e non voglio unirmi al coro dei ricordi vuoti e obbligati (e spesso ipocriti).

Voglio parlarvi di quello che è successo in questi giorni, vent'anni dopo.
Al consiglio di sicurezza dell'ONU era in discussione la proposta di definire il massacro di Srebenica come genocidio. Proposta saltata per il veto della Russia.

Ora, prima di tornare al voto dell'ONU, una chiarificazione storica.
Nelle guerre di disgregazione della Jugoslavia tutti hanno fatto le loro belle stronzate (alias crimini di guerra): i croati, i serbi, i bosgnacchi e, qualche anno dopo, i kosovari.
Gli sloveni no, ma solo perché non ne hanno avuto il tempo: la loro indipendenza è stata riconosciuta alla sveltissima e poi avevano la Croazia che gli faceva da cuscinetto nei confronti della Serbia.
I montenegrini sono stati fin dall'inizio dalla parte dei serbi (infatti alcuni dei criminali di guerra "serbi" erano in realtà montenegrini) e si sono separati pacificamente dalla Serbia molti anni dopo.
I macedoni nessuno li voleva... quindi praticamente nessuno si è accorto che se n'erano andati (e comunque non è che anche lì le cose siano andate proprio pulite pulite).
Insomma nessuno può scagliare la prima pietra, ma è innegabile che i serbi abbiano commesso i crimini maggiori, tra cui Srebenica, il più grande e grave di tutti.

Ma limitandoci alla Bosnia-Erzegovina, quale era la situazione?
In Bosnia-Erzegovina ci sono tre grandi gruppi etnici: croati, serbi e bosgnacchi.
I croati volevano sbattere fuori i serbi dal paese e sopportavano i bosgnacchi (fino a che questi stavano buoni e sottomessi).
I serbi volevano sbattere fuori i croati dal paese e sterminare - sì, sterminare - i bosgnacchi.
I bosgnacchi non è che fossero dei santi (del resto un popolo santo devo ancora trovarlo in tutto il mondo), ma erano il vaso di coccio tra i due vasi di ferro.

Date queste premesse... il risultato è Srebenica (e va già bene che sia stato l'unico massacro di questa entità).

Visto quanto sopra la definizione di genocidio sembra quindi coerente.
E io invece vi dico di no.
All'ONU la Russia, anche se per i motivi sbagliati (cioè "i fratelli ortodossi serbi hanno sempre ragione quando vanno contro musulmani o cattolici, comunque lo facciano"), ha fatto la cosa giusta.

Sì lo so, siete saltati sulla sedia :-)

Eppure ragionate.
Il genocidio dei nazisti contro gli ebrei non è Auschwitz. È tutto, compreso Auschwitz.
Il genocidio dei turchi contro gli armeni non è la Cilicia. È tutto, compresa la Cilicia.
Quindi il genocidio dei serbi contro i bosgnacchi non è Srebenica. È tutto, compresa Srebenica.

Il problema è che in questo caso il veto russo sarebbe ancora più urlato e violento.

Saluti,

Mauro.

giovedì 9 luglio 2015

Grecia: debiti e prestiti

Rischio di diventare noioso, ma devo scrivere di nuovo della situazione greca.

Il referendum è passato. E per ora non sembra cambiato nulla. Né in meglio né in peggio.
Continua infatti il teatrino del tira e molla tra Atene e Bruxelles (o Berlino, se preferite).

Cerchiamo di riassumere i punti importanti.

1) Le misure proposte alla Grecia e finora attuate hanno depresso ulteriormente l'economia greca. Infatti, mentre a parole si parlava di abbattere i costi, insieme ai costi si sono abbattuti gli investimenti (oltre che lo stato sociale).

2) Le misure non ancora applicate o anche solo proposte vanno tutte nella stessa direzione di cui sopra. Ma abbattendo gli investimenti come fa la Grecia a guadagnare e quindi a trovare i soldi per pagare i suoi debiti? Con i prestiti? OK, ma...

3) La Grecia finora ha usato i prestiti praticamente solo per pagare i debiti. E l'Europa lo sa benissimo. Insomma è un cane che si morde la coda... ma così facendo (e facendo finta che gli interessi non contino) il debito al massimo si stabilizza, non si riduce.

4) Traducendo il punto 3) in parole povere: Bruxelles tiene le banconote nella mano destra e le passa ad Atene che le prende con la sinistra. Poi Atene se le passa nella destra e con essa le dà a Bruxelles che le prende con la sinistra. Poi Bruxelles se le passa nella destra e il giro ricomincia.

5) Ergo, se Bruxelles e Atene smettessero di darsi soldi a vicenda i bilanci non cambierebbero da nessuna delle due parti (ma se smettessero i tedeschi urlebbero "greci ladri" ancora più forte, non rendendosi conto della stupidità della cosa).

6) Domanda: a cosa serve questo teatrino? Se in Germania, altri importanti paesi europei o per la UE fossero previste elezioni a breve, parlerei di teatrino elettorale. Ma elezioni a breve non ve ne sono. Quindi? Boh!

7) Tsipras rifiuta l'austerità rigida imposta fino a ora. E, a parole, non si può che dargli ragione. Ma finora non ha proposto nulla di concreto, nulla di applicabile in alternativa. È solo uno che ha sottovalutato quello che lo aspettava, è un incapace o la risposta è un'altra? E se è un'altra, qual è?

Io non so cosa dirvi, ma pensate anche voi a questi sette punti.
E magari spiegatemi le cose. Grazie.

Saluti,

Mauro.

sabato 4 luglio 2015

La Grecia, l'Europa e il referendum

Ormai ci siamo. Domani in Grecia si vota per il referendum sulla trattativa tra Grecia e Troika.
Ne ho già parlato qui e in un commento a questo articolo di un amico.


Oggi però non voglio parlarvi di cosa penso del referendum in sè. Voglio parlarvi della sua (presunta) importanza per l'Europa.
Chi è dalla parte di Tsipras e del no sta raccontando in giro che questo referendum potrebbe essere l'inizio di una nuova Europa.
Chi è dalla parte di Schäuble (perché il vero sostenitore della durezza è lui, il ministro delle finanze tedesco, colui che veramente comanda in Germania, non la Merkel, Juncker o la Troika) e del sì sta raccontando in giro che col sì i greci dimostrebbero all'Europa serietà e sarebbero di esempio per l'Europa stessa.

Balle, solo balle. Da entrambe le parti.

Questo referendum ha importanza solo e unicamente per la Grecia. Internamente.
Per l'Europa i greci possono votare quello che vogliono e non cambia nulla.
Ma non perché il voto in sè non significhi nulla, bensì perché - scusate il cinismo - è la Grecia a non significare nulla.

Che peso percentuale ha la Grecia nel PIL e negli altri indicatori economico-finanziari dell'Europa?
Che peso percentuale ha la Grecia nell'import/export europeo?
Che peso politico ha la Grecia in Europa e fuori?
Quale percentuale degli scambi bilaterali costituisce la Grecia per gli altri paesi europei (e non solo)?
Quale peso sui bilanci degli altri stati hanno i debiti greci?

Sì, la riposta è semplice e la avete capita: poco più di zero.
E vale per tutte e cinque le domande (anche per la quinta, sì, qualunque cosa ci raccontino i cosiddetti economisti).

È chiaro: ciò non ci libera dagli obblighi morali verso il popolo greco... ma qualunque cosa succeda in Grecia non avrà - non potrà avere - effetti globali sull'Europa (sia intesa come EU sia come zona Euro sia in senso geografico).
La Grecia ha un peso troppo limitato (soprattutto ora che non esiste più la contrapposizione NATO-Patto di Varsavia).

Detto papale papale: la Grecia non conta nulla. È cinico, lo so, ma è così.

Quindi - se non siete greci - rilassatevi: qualunque idea politica, economica, umana, etica, eccetera abbiate... domani per voi non cambierà un belino. Né in meglio né in peggio.


Se invece siete greci preparatevi al peggio. Chiunque vinca, purtroppo.


Saluti,

Mauro.

mercoledì 1 luglio 2015

Spero di sbagliarmi...

...ma temo che il referendum organizzato da Tsipras in poco più di una settimana, obbligando (almeno in teoria) i votanti a leggersi tutte le carte della trattativa tra la Grecia e la Troika per votare consapevolmente, si rivelerà un autogol.
Sia che vincano i sì, sia che vincano i no.

Sia ben chiaro, spero di sbagliarmi.

Saluti,

Mauro.