domenica 19 agosto 2012

La strategia di uscita (o di fuga)

O quella che coloro che odiano l'italiano (cioè principalmente gli italiani) chiamano exit strategy. Dall'Euro.

Si racconta che, a causa della crisi, alcuni paesi (in primis la Grecia) siano costretti a studiare una tale strategia per prevenire l'esserne sbattuti fuori a calci in culo, mentre altri (in primis la Finlandia) la studino per riuscire ad abbandonare la nave prima che affondi, come fanno i topi.

Ora, che oggi, alla luce dei recenti avvenimenti, tali strategie siano considerate con più attenzione e serietà dai vari governi e parlamenti è non solo plausibile ma anche giustificabile. Ma che tali strategie vengano studiate e sviluppate a causa dell'attuale situazione... ma non fatemi ridere.

Quando l'Euro è stato deciso, negli anni '90, era un salto nel buio, una cosa mai vista nella storia dell'umanità.
Quando l'Euro è definitivamente entrato in vigore, il primo gennaio 2002, lo era ancora.

E voi credete veramente che le strategie di uscita (qualunque cosa stia scritto sui trattati ufficiali e venga detto nelle dichiarazioni per la stampa) vengano preparate e studiate solo ora, a causa della crisi?
Illusi, ingenui (o peggio).

Le strategie di uscita esistono da quando si è cominciato a parlare dell'Euro.
Al limite oggi vengono ulteriormente dettagliate e aggiornate per l'applicazione concreta (mentre prima forse erano più che altro un esercizio teorico).

Saluti,

Mauro.

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