sabato 21 aprile 2012

La balla dell'antipolitica

Mai come oggi si sente parlare di antipolitica in contrapposizione alla politica che ci ha portato dove siamo (ma lo sappiamo veramente, per inciso, dove siamo?).

Talvolta la parola "antipolitica" è usata con accezione positiva, talvolta con accezione negativa (mai neutra comunque, e questo dovrebbe già far drizzare le antenne).
Un tempo la Lega veniva vista come antipolitica. Poi sono stati visti come antipolitica i Girotondi e altre iniziative analoghe. O anche partiti come quello di Di Pietro. Oggi sono sono visti come antipolitica Beppe Grillo e il suo movimento da una parte e, dalla parte opposta, il governo dei "tecnici" guidato da Monti.

Tutte balle. Balle, balle, nient'altro che balle. Tutto quanto sopra è politica. Niente di ciò ha il benché minimo legame con l'antipolitica.

Perché?
Semplice: tutto ciò che si occupa della cosa pubblica, che se ne occupa attivamente (e con attivamente intendo anche il semplice cittadino che si informa continuativamente e che si forma le proprie idee anche senza militare in nessun partito, movimento, sindacato o altro) è politica. È sempre stata politica e sempre sarà politica.
Può essere buona politica o cattiva politica. Può essere politica onesta o politica disonesta. Può essere politica intelligente o politica stupida. Ma rimane sempre e comunque politica.

L'unica antipolitica che esiste è il disinteresse. Il fregarsene completamente della cosa pubblica, di quel che succede. Il dire "tanto sono tutti uguali" senza però impegnarsi (per esempio, Grillo è sì un populista qualunquista che urla "sono tutti uguali", ma almeno ha creato un movimento alternativo - OK, a mio parere peggiore dei "tutti uguali", ma almeno ha creato qualcosa, non ha solo urlato "sono tutti uguali" per poi chiudersi in casa e disinteressarsi di tutto).

L'unica antipolitica - che è anche oltretutto antidemocrazia - è quella fatta da chi non vota, da chi non si impegna, da chi se ne frega. Ma poi spesso pretende.

In breve: l'unica vera antipolitica sono l'astensionismo e il menefreghismo. Cioè i primi e più pericolosi nemici della democrazia.

Saluti,

Mauro.

2 commenti:

  1. Anche l'astensionismo può essere una parte della strategia politica, non è sempre una forma di menefreghismo.

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  2. Se rileggi noterai che io non ho parlato di astensionismo tout court, ma di astensionismo collegato al totale disinteresse, menefreghismo.
    Io non ho parlato di astensionismo COME menefreghismo, ma di astensionismo E menefreghismo.

    Quello che dici tu è un'altra cosa. E generalmente chi vede il non voto come strategia politica (anarchici a parte) a votare ci va. Ma lascia scheda bianca.

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