martedì 12 dicembre 2006

A pensar male si fa peccato, ma...

Pochi giorni fa si è verificato l'ennesimo delitto familiare, almeno apparentemente. A Erba sono state uccise quattro persone e ferita una quinta (Uccide quattro persone e brucia la casa).

Tutti gli indizi (cioè praticamente nulla, a parte la sua apparente irrintracciabilità) sembravano indicare che il colpevole fosse un tunisino, marito di una delle vittime, padre di un'altra e genero di una terza.
Subito la stampa (e anche le autorità) lanciano la caccia al tunisino, colpevole per definizione (indagini e processo non sono certo necessarie per sapere che è lui il colpevole), dando oltretutto per scontato che fosse scappato in Svizzera.
Cito il procuratore capo di Como: «Da questa notte non ci siamo fermati un minuto e sono convinto che prima di sera riusciremo a prenderlo. Già abbiamo individuato il suo furgone e sappiamo in quale zona si è diretto per la sua fuga».

Oggi marcia indietro: al momento del delitto il tunisino era in Tunisia, notizia confermata dal suocero (Strage Erba, «il presunto killer è in Tunisia» ), che ha perso nella strage moglie, figlia e nipotino.
E spuntano tanti indizi (non pochi come prima) che avrebbero dovuto portare autorità e stampa a capirlo subito, senza dover aspettare che l'uomo telefonasse al suocero.

Ora io mi e vi chiedo: siamo sicuri che se l'uomo fosse stato italiano o almeno europeo occidentale sarebbe stato condannato subito alla gogna allo stesso modo?
Io dico: da certa stampa forse sì, ma non da tutta. E di sicuro non da autorità e investigatori.

Saluti,

Mauro.

1 commento:

  1. Ancora peggio, mi chiedo, se questi sono i metodi di indagine, quanti poveracci che non hanno avuto la fortuna di essere "in Marocco" il giorno del delitto, sono in galera innocenti.

    E, non dimentichiamo per contro, pericolosi individui che hanno commesso crimini efferati e che sarebbero perseguibili con indagini appena più accurate, sono invece liberi di commettere altri misfatti.

    Già la polizia non è composta da geni, se poi la stampa aggiunge il suo determinante contributo...

    Così ogni tanto scopriamo che l'efferato assassino, questa volta reale, ne aveva già una bella lista sulla coscienza, ma non era stato beccato, o era stato scarcerato per decorrenza di tempo, o era stato assolto da frettolosi giudici o, dulcis in fundo, c'è qualche innocente in galera al posto suo.

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